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PARTITI CONTADINI
Formazioni politiche a base contadina emerse in Europa orientale tra la prima e la Seconda guerra mondiale. Gli obiettivi politici dei partiti dei contadini erano legati alla disgregazione dei grandi domini feudali, seguita al crollo dell'impero asburgico. La creazione di una piccola proprietà contadina venne perseguita con particolare successo in Romania, dove Iuliu Maniu (1873-1951), capo del Partito dei contadini, riuscì a imporre la riforma agraria. Le tendenze conservatrici di queste formazioni le posero in aperto conflitto con i partiti comunisti del dopoguerra, sostenuti dall'Urss. L'instaurazione delle Repubbliche popolari nei paesi dell'est europeo si accompagnò quindi alla loro eliminazione in Romania (dove Maniu perì in carcere), Bulgaria e Cecoslovacchia, mentre in Polonia e Ungheria poterono sopravvivere al prezzo di una totale subordinazione al partito dominante. In Italia un Partito dei contadini d'Italia fu fondato ad Asti nel 1921 da Alessandro Scotti come espressione dei ceti piccoli proprietari, antifascista e di ispirazione cattolica, ma ben presto scomparve.
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